martedì 21 febbraio 2012

Un osso di seppia al posto del cuore

Tante volte ho desiderato un lungo giorno di pioggia come oggi: goccioloni serafici si staccano dal cielo plumbeo  e precipitano sulla terra arsa del mio cuore. Mai un giorno mi è calzato meglio.
Oggi ho trovato una nuova zona in me, una stanza oscura piena di ombre e nuvole.
Una stanza di pietra viva e fredda dove non esiste pietà alcuna.
Una stanza col pagliericcio a terra, dove la mia anima se ne sta ammutolita, rannicchiata e  infreddolita, intimidita. 
Non ho più polso: c'è un corpo estraneo dentro di me. 
Non più il cuore ma un lungo osso di seppia ingiallito.
Una volta profumava di mare.
Adesso il mare non c'è più
è sparito.
Si sente solo il vento. 

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