La stanza era fredda e buia. Il piccolo
letto dove se ne stava seduto era duro come pietra.
Aveva una coperta grigia
addosso e guardava con i suoi occhi scuri la porta della sua prigione. Le
sbarre alle finestre rigavano la poca luce del sole che filtrava.
Alcune
goccioline caddero dal soffitto e generarono un vapore che invase tutta la
stanza.
Da quella nebbiolina apparve una donna vestita di bianco
“Chi sei?” le chiese.
“Chi sei?” le chiese.
Lei non rispose.
Inclinò il capo verso lui disse alcune parole che si intrecciarono con la
nebbiolina in filamenti di stelle
“Svegliati dal torpore, svegliati dal
sogno e ritorna"
Sparì
Le parole restarono sospese nell’aria e lui le raccolse e le pose sotto la finestra
Una nera fiera balzò così dalla crepa nel muro e con un’artigliata ben assestata centrò il petto di lui.
Sparì
Le parole restarono sospese nell’aria e lui le raccolse e le pose sotto la finestra
Una nera fiera balzò così dalla crepa nel muro e con un’artigliata ben assestata centrò il petto di lui.
“Sei mio!!”
ringhiò “ mio per sempre, mai più ti libererai di me”
i suoi occhi cerulei
brillarono rossi nel buio. Si sedette accanto a lui e avvolse con la sua coda
il capo dell’uomo.
Le parole della donna in bianco brillavano sulle loro teste.
L’uomo guardò la nera fiera“Perché io?” le chiese
“ Non sono stata io a sceglierti ma tu mi hai creato” rispose e mostrò in un sorriso diabolico le grosse zanne acuminate
L’uomo guardò la nera fiera“Perché io?” le chiese
“ Non sono stata io a sceglierti ma tu mi hai creato” rispose e mostrò in un sorriso diabolico le grosse zanne acuminate
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