domenica 12 febbraio 2012

Dialogo dell'uomo col suo carceriere


La stanza era fredda e buia. Il piccolo letto dove se ne stava seduto era duro come pietra.
Aveva una coperta grigia addosso e guardava con i suoi occhi scuri la porta della sua prigione. Le sbarre alle finestre rigavano la poca luce del sole che filtrava. 
Alcune goccioline caddero dal soffitto e generarono un vapore che invase tutta la stanza. 
Da quella nebbiolina apparve una donna vestita di bianco
“Chi sei?” le chiese.
 Lei non rispose. 
Inclinò il capo verso lui disse alcune parole che si intrecciarono con la nebbiolina in filamenti di stelle 
“Svegliati dal torpore, svegliati dal sogno e ritorna"
Sparì
Le parole restarono sospese nell’aria e lui le raccolse e le pose sotto la finestra
Una nera fiera balzò così dalla crepa nel muro e con un’artigliata ben assestata centrò il petto di lui. 
“Sei mio!!” ringhiò “ mio per sempre, mai più ti libererai di me” 
i suoi occhi cerulei brillarono rossi nel buio. Si sedette accanto a lui e avvolse con la sua coda il capo dell’uomo. 
Le parole della donna in bianco brillavano sulle loro teste.
L’uomo guardò la nera fiera“Perché io?” le chiese 
“ Non sono stata io a sceglierti ma tu mi hai creato” rispose e mostrò in un sorriso diabolico le grosse zanne acuminate 

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